Il campo profughi di Moria è molto simile ad una prigione: filo spinato, reti, cancelli che impediscono ai migranti di muoversi liberamente. Chi è all’interno, può parlare attraverso le cancellate: mancanza di acqua salubre, cibo cattivo e insufficiente, bagni sporchi, assenza del personale medico. Questi i problemi lamentati da chi, prigioniero, attende il riconoscimento.
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