Sono trent’anni che a Bagnoli si parla di rinascita. Nell’ex area Italsider sono stati fatti tanti progetti, tante promesse ma la più mantenuta da tutti è stato l’immobilismo da parte della politica di non dare una sola voce agli impregni presi. E’ di oggi l’ennesimo sequestro da parte della Procura di Napoli. I carabinieri del Noe hanno nuovamente posto i sigilli accogliendo la richiesta del tribunale del riesame di Napoli sulla mancata bonifica della vecchia acciaieria invasa da metalli pesanti e idrocarburi. A luglio l’area fu dissequestrata dopo il fallimento della Bagnoli Futura. Società fondata dalla regione Campania con scopi ben precisi. Creare sviluppo. Ma dello sviluppo nell’area occidentale della città neanche l’ombra. Dove sarebbe dovuta sorgere la Napoli del terzo millennio, per farci capire, la nuova Copacabana italiana, sembra che si sia rimasti all’epoca della pietra. Nulla o quasi è stato realizzato, se non le continue ed aspre polemiche tra Regione, Comune, ministero dell’ambiente e governo che hanno farcito di retorica l’argomento Bagnoli. Dalla rimozione della colmata a mare, alla bonifica dei suoli a città della scienza ferma ancora al palo. resta tutto bloccato all’anno zero. Compresa la nomina del nuovo commissario straordinario voluta dal governo Renzi, ma osteggiata dalla giunta De Magistris, che vedrebbe alle spalle del commissariamento la volontà di certi poteri forti di mettere le mani sulla città. Vendo Bagnoli chi la vuol comprare, canzone di Eduardo Bennato scritta nel 1989 e sempre più attuale.
Napoli: nuovo sequestro per l’ex area Italsider di Bagnoli
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