Roma (Lazio) 01 maggio 2015

Primo maggio, festa del lavoro ma non per loro

Roma, 1 mag. 2015 – “Aciglobal delocalizza e quaranta lavoratori a casa#1maggionessunafesta”. E’ lo striscione che questa mattina è apparso in via Marsala sotto la sede dell’Automobile Club d’Italia. Sotto gli occhi di una Roma ancora assonnata continuano le proteste dell’UGL e dei lavoratori della ditta Omnibus Servizi, appaltatrice di ACI Global per l’assistenza agli automobilisti in difficoltà. L’Aciglobal delocalizza il lavoro in Slovenia e Albania e ironia della sorte a maggio, il mese dedicato al lavoro, quaranta operatori diventeranno disoccupati. Quaranta famiglie senza stipendio che hanno deciso, proprio per il Primo Maggio, di raccontare le loro storie in un video. Un mosaico di vite che vanno a comporre il dramma di chi da maggio un lavoro non lo avrà più. Alcuni laureati e con un master nel curriculum alla ricerca di una indipendenza, chi con un mutuo da pagare, chi con una famiglia da mantenere.
«Non sarà un Primo Maggio di festa per i 40 lavoratori del call center Omnibus Servizi che proprio nel mese di maggio si vedranno recapitare le lettere di licenziamento a causa della perdita dell’unica commessa che la loro azienda gestiva, quella di ACI Global. Quest’ultima società, il cui socio unico azionista è ACI,cioè un ente pubblico non economico, delocalizza notevoli volumi di lavoro all’estero, in particolare in Albania e in Slovenia. Purtroppo questo accade nell’Italia del 2015 nella totale indifferenza di un governo che dovrebbe, invece, tutelare l’occupazione del Paese». E’ quanto dichiara Luigi Le Pera, segretario della UGL Telecomunicazioni di Roma.
«La delocalizzazione del lavoro all’estero sta arrecando gravi e forse irreparabili danni a tutto il tessuto produttivo ed occupazionale italiano. La ricorrenza del Primo Maggio dovrebbe servire a riflettere sulle cause di certe dinamiche ormai consolidate il cui risultato è quello di impoverire sempre di più il nostro Paese e renderlo assoggettato alla volontà dei poteri forti, perché ormai c’è veramente poco da festeggiare», dice Stefano Conti, segretario nazionale della UGL Telecomunicazioni. «Quando un Ente della Pubblica Amministrazione come ACI, al quale i cittadini italiani sono tenuti a versare la tassa del bollo auto, decide, tramite una sua controllata al 100%, di delocalizzare il lavoro in Albania e Slovenia e 40 lavoratori italiani vengono licenziati credo che siamo arrivati ad un corto circuito di regole, responsabilità sociale e buon senso», conclude Conti.