Reggio Calabria (Calabria) 22 febbraio 2015

Quello che resta dell’ospedale di Gioia Tauro

Gioia Tauro ed il suo ospedale. O meglio quello che resta del presidio ospedaliero. Una struttura nel tempo depauperizzata e dimezzata di reparti e personale. Al 2015 uno dei nosocomi più importanti della Piana e di tutta la provincia reggina, conta appena due unità per 32 posti letto. Medicina e chirurgia, gli unici reparti ancora aperti per un comune che conta quasi 20 mila abitanti e che raggiunge un numero di 180 mila persone, se si considera il comprensorio che circonda la città di Gioia Tauro.
Il degrado accompagnato da un lento abbandono da parte delle istituzioni locali e regionali, per una politica di rientro sulla sanità locale, realizzata dalla giunta Scoppelliti, ha portato col tempo a peggiorare sia il livello di accoglienza che gli interventi di prima necessità per il malato. Una struttura, denunciano i comitati, che sorge a ridosso di uno degli scali portuali più importanti di Europa. Nevralgico per la sanità in Calabria o quanto meno per la Piana, poiché distante circa 60 chilometri da Reggio Calabria e fondamentale per l’assistenza, visto che spesso nosocomi, come quello di Polistena, Palmi e Scilla risultano essere quasi sempre al collasso.
C’era una volta l’ospedale Giovanni XXIII di Gioia Tauro. Purtroppo oggi non può definirsi tale. Su tre sale operatorie, solo una è in funzione, mentre mancano reparti importanti come quelli di cardiologia, ortopedia, ed una sala rianimazione. Al reparto di Urologia, invece, è in servizio il solo primario senza medici ed infermieri. Per i malati oncologi invece, tocca loro spostarsi di chilometri per eseguire una chemio o semplicemente farsi visitare. Problemi che ovviamente non si ripercuotono solo sui pazienti ma anche per dottori ed infermieri costretti a turni massacranti, visto la mancanza di personale sanitario. Ma a gettare nello sconforto sia la popolazione locale oltre agli addetti ai lavori, sono le promesse fatte dalla politica calabrese. Stanziati per il nosocomio quasi 3 milioni di euro per realizzare un’astanteria con accanto il pronto soccorso. Ma i lavori non sono mai cominciati. In cantiere c’era il progetto di ampliare i posti letto. Ma ancora oggi ne restano 32. Ma spesso vuoti. “Nessuno viene più a curarsi in questo presidio poiché manca di tutto” denunciano le associazioni che si battono per non farlo chiudere.
Per comprende ancora meglio in che condizioni si trovi la sanità in questa porzione di Calabria e soprattutto quanto sia difficile curarsi a Gioia Tauro, il simbolo del degrado, è un edificio abbandonato distante appena qualche decina di metri dall’ospedale e dove un tempo erano situati gli ambulatori.