Belluno (Veneto) 26 febbraio 2014

Quero : la zona monumentale del cornella del prof.Bressa

DA UN DOCUMENTO DEL Cav. Uff. Antonio Resegati :

il prof. Bressa , era questo uno dei personaggi più straordinari e singolari che la mente umana possa immaginare, capitato casualmente a Quero nel 1942 e che vi ha operato ininterrottamente fino al 1971, anno della sua morte.
Come indicato nella premessa, traccerò qui un breve profilo della sua intera avventura querese, comprendendo quindi anche il periodo post bellico.
Si trattava di un antiquario senza figli che impiegava tutti gli introiti tutt’altro che esigui che gli provenivano dalla sua galleria di quadri sita in Campo S. Maurizio a Venezia, per soddisfare una sua incredibile e grande passione: riempire di monumenti una vasta area del Monte Cornella sito a Quero in posizione panoramica a ridosso della Piazza Duomo.
Caratteristico quello denominato “L’aurora della vita” che conteneva tra l’altro una sirena ed una campana, chiaramente udibili dall’abitato del capoluogo e che il personale, sempre presente, doveva suonare in vario modo a seconda del sesso del nuovo querese, in occasione di ogni nascita prontamente segnalata dall’ufficio anagrafe del comune. Curiosa ma comprensibile preoccupazione di questo artista senza figli quella di celebrare i figli degli altri!
Un giorno Il prof. Bressa, venuto a casa mia per discutere con mio padre sui lavori che stava eseguendo per suo conto, vide un’elica in legno da mè, allora ragazzo di una quindicina d’ anni, costruita e che girava a folle velocità spinta dal vento sempre presente a Quero. La sua mente, costantemente occupata in direzione fissa del M. Cornella e delle opere che vi stava creando, associò immediatamente quell’oggetto con un nuovo monumento da costruire e pensò di concretizzarlo, appunto, con un’aquila che, mossa da un’elica di fortezza volante che già possedeva, avrebbe battuto le ali allo spirare del vento. Gasperin, ricevuto l’incarico, proseguì per lungo tempo nella costruzione dell’aquila e di tutti gli ingranaggi, naturalmente fatti a mano, che l’avrebbero mossa. A causa di dissapori sorti con il committente l’opera, quasi ultimata, restò per anni nell’officina a destare l’ammirazione di tutti i visitatori.
Nella chiesa di Quero esiste tuttora una bella Via Crucis in mosaico donata dal prof. Bressa, chiaro segno della qualità artistica delle opere che facevano bella mostra di sé nella galleria d’antiquariato del prof. Bressa a Venezia. Ancora, chi volesse rendersi conto dell’operato del prof Bressa medesimo nella sua normale veste di “costruttore di monumenti” lo potrebbe fare comodamente in macchina raggiungendo la zona casette rosse sul Monte Cornella oggi collegata da una comoda strada mentre, un tempo, lo era soltanto tramite una lunghissima scalinata a suo tempo fatta costruire dal prof. Bressa stesso. Alla data attuale delle opere originali resta ben poca cosa, quanto basta comunque per dare un’idea di quello che doveva essere la così detta “zona monumentale del M. Cornella” e della vastità e la impervietà del territorio allora pieno di monumenti.
Quello che si può ancora vedere è una monumentale scalinata sulla cui sommità è ancora presente l’alto traliccio dalla cima del quale l’aquila di Gasperin dominava su Quero. L’elica della fortezza volante, in legno ed esposta da un trentennio alle intemperie, ha perso l’estremità delle due pale che, spinte dal vento in quella posizione sempre presente e molto forte, avrebbero dovuto far sbattere le ali del volatile in ferro e rame. Circa la qualità artistica delle imponenti opere allora realizzate dal prof. Bressa io non sono in grado di dare un giudizio nè di dire se, con la distruzione dei monumenti, Quero ha perduto un importante polo di attrazione turistica. Non ho, invece, alcuna remora a consigliare a tutti la visita al Monte Cornella, per la magnifica veduta che vi si può godere sul capoluogo di Quero e per il vasto panorama della pianura verso Treviso che vi si può ammirare.

E ANCORA INFO :
Nel 1945 il prof. Antonio Bressa, amatore
d’arte, venne a Quero dalla sua Venezia
dove era nato. Gli piacque Quero e la zona,
amava fare lunghe passeggiate tra i boschi
ed i prati che circondano il paese. Con il
tempo acquistò una casa in via Garibaldi
dove passava le sue vacanze e tanti altri
momenti di tranquillità. Un giorno salì
sul Monte Cornella, incuriosito dalla
storia dei fatti d’arme che ancor oggi lo
rendono famoso ed importante. Innamoratosi
subito della zona, soprattutto per il
bellissimo panorama che domina tutta la
Valle del Piave, acquistò un appezzamento
di terreno compreso una piccolo rustico.
Negli archivi di stato di Venezia scoprì che
quel rustico era assai importante ancora in
epoca medioevale; infatti proprio in quella
zona era di guardia una guarnigione di
soldati che ricevevano e scambiavano le
informazioni tramite segnali luminosi.
Infatti la “rocchetta del Cornella” era una
importante via di comunicazione messa
nel mezzo tra la rocca d’Asolo, la rocca
della Madonna di Cornuda, il Tomatico ed
il castello di Feltre.
Ai piedi del Cornella il prof. Bressa costruì
con il tempo altre due casette ed una serie
di monumenti progettati proprio da lui e
costruiti con l’aiuto di alcuni operai di
Quero che assunse personalmente per
alcuni anni.

I monumenti: il primo ad essere costruito
fu dedicato alla maternità, fu denominato
aurora della vita. Ad ogni nascita trasmessa
dall’ufficiale dell’anagrafe del paese, si
facevano suonare a festa le tre campanelle
del monumento e successivamente un
suono di sirena, molto prolungato nel caso
di un nuovo nato maschio, un po’ meno
se femmina, si sentiva in tutto il paese
annunciando che era arrivata la cicogna. In
seguito fu costruito il monumento pace e
libertà nel mondo, un bellissimo complesso con una maestosa scalinata alla cui base
facevano bella presenza due busti di bronzo
raffiguranti il professore e sua moglie.
Più in alto venne eretto il monumento
all’alpino, con un grande cappello in rame
ed una lunga penna; poco distante su di
un robusto palo era situata un’aquila in
grandezza naturale tutta in rame, grazie ad
un congegno interno costituito da un’elica
di aeroplano che ruotava con la forza del
vento, le ali dell’aquila si muovevano
. come fosse in volo.Asterisco
Alcuni anni dopo, siamo all’incirca a metà
degli anni ’60, fu costruito il monumento
ai lavoratori, lo chiamò ai lavoratori del
braccio e del pensiero espressione di virtù
nel mondo, consisteva in una bellissima
nave con varie statuette di lavoratori e
l’immagine di Leonardo Da Vinci. Successivamente Il Professor Antonio Bressa
venne eretto il monumento
allo gnomo, il personaggio con una grossa
gobba era frequentato da molte persone, si
diceva che toccando la gobba si avrebbe
avuto fortuna in amore. Lo gnomo segnò la
strada al monumento a pinocchio con tutti
i protagonisti del racconto di Collodi, era
un monumento molto amato dai bambini
che salivano fin lassù per giocarvi. Come
ultima costruzione fu eretta la Cappella
dedicata alla Madonna del Monte, nella
cui cripta il professore si fece costruire due
tombe, una per se ed una per sua moglie
che però non vennero mai occupate.
Per la costruzione di tutti questi monumenti
arrivavano da Venezia, la città del
professore, materiali di ogni tipo: statue,
mosaici, rame, ornamenti, ecc. Devo ricordare
che la Via Crucis che abbiamo nella
chiesa arcipretale, interamente in mosaico,
fu regalata dal prof. Bressa. Dobbiamo a
lui la costituzione del gruppo alpini locale
al quale era molto affezionato e al quale
regalò il gagliardetto in occasione di una
grande festa sul Monte Cornella nel marzo
1965.
Il prof. Antonio Bressa fu combattente
nella seconda guerra mondiale con il grado
di tenente di fanteria. Alla fine degli anni
’60, volle ricambiare nella sua città natale,
l’ospitalità che la comunità di Quero gli
offriva nei suoi lunghi periodo di permanenza
nel nostro paesello. E così invitò a
Venezia i soci dell’associazione querese
Combattenti e Reduci e molte altre persone Il complesso monumentale con la sua scalinata del paese, eravamo in cinquanta. Con il
pulman arrivammo al piazzale Roma, lui
era lì ad attenderci, distribuì a tutti i partecipanti
cartelli con la scritta W Quero,
W il Monte Cornella, W il Piave, W i
Combattenti. Tutti a piedi in corteo con il
prof. Bressa in testa, applauditi dalla gente
di Venezia, ci dirigemmo verso la
trattoria alla Colomba. Ci fu offerto
un buon pranzo a base di pesce. Nel
pomeriggio visitammo la città e ci
fermammo alla sua galleria d’arte,
il negozio era pieno di ogni cosa:
oggetti d’arte, quadri, statue e tante
altre cose.
Negli anni a venire il prof. Bressa
continuò ad abbellire la zona
monumentale del Monte Cornella,
si dedicò alla cura del giardino e
delle aiuole che attorniavano ogni
monumento. La sua speranza, mi
diceva sempre, era quella che un
giorno in sostituzione dell’erto sentiero
che saliva ai monumenti fosse
costruita una strada asfaltata che
avrebbe richiamato molta più gente
nella zona.
La strada fu costruita ma lui non
ebbe la gioia di vederla perché un
giorno arrivò da Venezia la brutta
notizia della sua improvvisa scomparsa.
Morì per un attacco di cuore.
Una rappresentanza di Quero, tra
cui un nutrito gruppo di Alpini,
Combattenti e Reduci e molti cittadini,
partecipò alle esequie che si
sono svolte a Venezia.
Ora tutto il complesso museale del
Cornella è di proprietà di alcuni privati
che negli anni hanno acquistato
la proprietà dagli eredi del prof.
Antonio Bressa. I monumenti sono
stati rovinati dalle avversità atmosferiche e
dall’inciviltà di alcuni vandali. Una grossa
lapide marmorea ricorda lassù un uomo
che amava il nostro paese, il suo motto
inciso sulla lapide è ancora ben evidente:
Venni, Vidi, Eressi.