L’Epifania dovrebbe essere un profondo momento di riflessione sui valori umani che oltrepassa luoghi comuni, consumismo e monopoli religiosi. Dal paganesimo al cristianesimo, l’Epifania ha sempre consacrato virtù fondamentali quali la gratitudine verso la Terra, la riconoscenza umana e il rispetto per gli animali. Riscoprire l’Epifania vuol dire lasciarsi incantare dal Tempo e dalle rivelazioni che le antiche pietre dei borghi medievali suggeriscono ancora oggi. Vivere appieno l’Epifania significa arricchire il proprio spirito e fugare le banalità correlate a questo giorno che andrebbe celebrato in ogni momento dell’anno senza pregiudizi né vincoli liturgici. Il fascino delle pietre non risparmia neppure le mura del Borgo di Casertavecchia. Le pietre di chiese, edifici, antiche dimore e nobili palazzi sono preziosi sigilli intrisi di storia. In epoca medievale tutte le pietre preziose venivano solennemente consacrate durante la notte dell’Epifania per propiziare all’umanità Fede e Misericordia. Alcune pietre finivano impropriamente sui paramenti sacri di prelati e sacerdoti per valorizzare e materializzare forse, una sacralità corrotta dalla dissolutezza. Altre pietre, apparentemente senza valore vincevano addirittura le incursioni del tempo ed esaltavano l’umanità raccolta intorno ai focolai per pregare e raccontare antichi prodigi. Meravigliose leggende che narrano di una notte, quella tra il cinque e il sei gennaio, nella quale agli animali custoditi tra le pietre delle stalle veniva dato, per incanto, il dono della parola. Un dono che i contadini temevano silenziosamente per gli eventuali disagi che taluni giudizi sull’umanità potevano ingenerare. La stessa paura e la medesima angoscia che oggi attraversa le nostre coscienze al solo pensiero di essere giudicati da un asino che schernisce l’ineffabile stupidità umana, la pochezza e le miserie del progresso. La notte dell’Epifania è da sempre un solenne momento di “rivelazione”. Lo è sin da i tempi precristiani del paganesimo, allorquando si onorava il sole raggiante di Apollo durante celebrazioni chiamate “compitali”. Anziane donne e vecchietti canuti narravano sotto archi di pietre consacrate dal tempo che si soleva appendere gomitoli e fantocci di lana alle porte e offrire focacce allo scopo di rendere grazie alla servitù per i preziosi servigi resi alla nobiltà e alla terra per i generosi raccolti. L’Epifania era dunque la notte della riconoscenza, un sentimento ancestrale che l’era moderna ha definitivamente eclissato dietro la pienezza del suoi vuoti assordanti. Tra le pietre consacrate dal tempo dell’Epifania si raccontavano storie di dignità che il genere umano ha oramai smarrito e delegato al mondo animale. Ecco perché l’Epifania si traduce nella confessione e nella diffusione di un annuncio che racchiude una scoperta, una sorta di segreto nell’accezione più profonda del suo significato. Le verità rivelate durante la notte dell’Epifania divengono ancora oggi previsioni e presagi svelati dagli anziani di comunità nordiche che cercano di scrutare il futuro tra i fumi di sfavillanti lingue di fuoco accese al cielo (guarda il video della rubrica dedicata all’articolo al seguente indirizzo: https://youtu.be/yhq46n7qhn4)
Rivelazioni dalle pietre del borgo di Casertavecchia
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