Taranto (Puglia) 21 giugno 2016

Taranto, fermati 33 presunti mafiosi

All’alba di martedì 21 giugno la Polizia ha eseguito a Taranto il fermo di 33 persone ritenute responsabili, a vario titolo dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce di associazione per delinquere di stampo mafioso, tentato omicidio, estorsione aggravata dal metodo mafioso, rapina aggravata e detenzione illecita di armi clandestine. Le indagini hanno preso il via dopo la scarcerazione per motivi di salute del pluripregiudicato Cosimo Di Pierro che, una volta agli arresti domiciliari, si era dato da fare per ricostruire la sua organizzazione criminale che poteva contare su una continua disponibilità di armi ed esplosivi e che aveva la capacità di imporre periodiche dazioni di denaro a commercianti e spacciatori dei quartieri “Borgo” e “Solito” di Taranto. Per rafforzare il legame tra i sodali, come emerso dalle intercettazioni ambientali, erano previste anche cerimonie di iniziazione e di affiliazione, sulla falsariga dei rituali di matrice ‘ndranghetista, da cui ne mutuavano anche il gergo. L’organizzazione di Cosimo Di Pierro agiva di concerto con quella di suo figlio Angelo Di Pierro e di Gaetano Diodato, dedita al commercio di stupefacenti, e con quella di Nicola Pascali, più orientata alle attività estorsive e all’acquisizione illecita di attività imprenditoriali. Nel corso dell’operazione, sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro 352 grammi di hashish, due pistole scacciacani, un rilevatore di microspie, tre pistole lanciarazzi e vari reperti archeologici.