43 anni a dicembre, ma ne aveva 18 quando entrò per la prima volta in una sezione di partito. Dimitri Russo il nuovo sindaco di Castel Volturno appoggiato da Pd, Sel e due liste civiche, domenica notte non credeva ai suoi occhi quando dalle urne contro lo sfidante Diana Cesare, il suo nome è risultato essere il più votato. Una rimonta che ha avuto dell’incredibile come lui stesso ha ammesso visto il netto divario che lo distaccava dal candidato del centro destra al primo turno. Ma a festa finita, sta per cominciare una nuova avventura. Forse la più importante. Siederà su una poltrona che in pochi anni ha cambiato due volte il suo primo cittadino per infiltrazioni mafiose. In una città definita la piccola Africa per l’alto numero di migranti, con una costa meravigliosa ma distrutta dal cemento e dall’abusivismo dilagante, per non parlare dell’alto tasso di disoccupazione ed una criminalità che toccò il suo apice con la strage di camorra nel 2008 con l’agguato a sei ghanesi innocenti, difficile non parlare di impegno arduo. Con i suoi 24 mila abitanti censiti, Castel Volturno in trent’anni ha perso tutto il suo fascino di un tempo. Cattiva gestione del patrimonio e amministratori per nulla lungimiranti hanno lasciato l’intero litorale in mano ad imprenditori assetati di potere, scendendo spesso a patti con le organizzazioni criminali del territorio. Ed i risultati assomigliano ad un paese uscito dal dopo guerra. Una svolta per cambiare pagina. Questo chiede Castel Volturno, a metà strada tra l’Europa ed il continente Africano.
Castel Volturno, la sfida di un giovane sindaco in un comune abbandonato
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