Bassano Del Grappa (Veneto) 13 agosto 2014

Valbrenta : l’abbandonato complesso edilizio ex Finco

da un articolo di Francesca Cavedagna
del 25/07/2012

Prima i rifiuti, poi la droga e adesso di nuovo i rifiuti. Continuano gli scarichi abusivi nell’ex conceria Finco di Campese, che si conferma una “terra di nessuno”. La recente scoperta di un laboratorio per l’essicazione e la lavorazione di piante di marijuana, con il conseguente sequestro di ben 41 chilogrammi di sostanza stupefacente dai parte dei carabinieri della compagnia di via Emiliani, ha inevitabilmente riacceso l’attenzione sui gravi problemi che da anni attanagliano l’edificio. Già a febbraio il Giornale di Vicenza aveva “denunciato” il grave stato di abbandono e degrado dell’area, puntando il dito soprattutto sui rifiuti inquinanti abbandonati abusivamente fuori e dentro l’edificio. Dopo quasi sei mesi, si accentua lo stoccaggio abusivo di rifiuti. Rottami di auto, televisori arrugginiti, pneumatici, batterie logore, concimi, detergenti, antiparassitari, centinaia di taniche e bombolette deteriorate, che continuano ad essere accumulati nella struttura, versano i loro contenuti inquinanti nel terreno vicino al Brenta e nella falda. Un deposito abusivo di rifiuti cominciato oltre dieci anni fa. La zona non presenta nessun limite d’accesso, se non reti malmesse e sterpaglie; a pochi metri si trova una piazzola di sosta, anche a servizio dei molti utenti che scelgono di percorre la pista ciclopedonale che costeggia l’edificio. Due rimorchi arrugginiti, che all’interno evidenziano chiare tracce di recenti giacigli di fortuna, delimitano l’ingresso. Intorno e dentro la proprietà, oltre alle sostanze tossiche, migliaia di bottiglie di alcolici, molte delle quali recenti, intere stanze ricoperte da quei documenti che negli anni ’80 dovevano essere l’archivio dell’attività imprenditoriale condotta nel capannone di via Rea. La bonifica resta ancora un nodo irrisolto. Spetterebbe ai proprietari (in tutto una decina di persone), individuati a giugno del 2011 dall’Amministrazione comunale e dalla Guardia di Finanza di Bassano. L’ordinanza emessa dal primo cittadino Stefano Cimatti verso questi privati, lo scorso marzo, imponeva loro la sistemazione dell’area entro tre mesi, ma di fatto è rimasto tutto come prima. Ora il Comune dovrà sobbarcarsi gli oneri di bonifica del sito, il cui costo si aggirerebbe intorno ai 15 mila euro. La procedura prevede però indispensabili passaggi formali, atti a giustificare l’investimento di soldi pubblici in un sito privato. L’Amministrazione, che a febbraio aveva assicurato la bonifica entro fine anno, tutela questa spesa anche attraverso un particolare tipo di ipoteca applicato sul terreno, che fungerà da garanzia. Nel frattempo, però, l’ex conceria di Campese resta aperta al più indiscriminato degrado civile, mentre si aggrava inesorabilmente quello legato all’inquinamento ambientale della zona.

cronostoria Complesso ex-Finco
Nel 1813, al 13 gennaio sono registrati : “casa ad uso di cartiera d’affitto”, “casa con filatoio da seta
d’affitto”,”edificio da seta”, “canale d’acqua”, casa con mulino da grano con ruote n. 3 e filatoij da
seta d’affitto”.
1848. La cartiera è di proprietà di Andreata Antonio quondam Angelo; il filatoio da seta di Chemin
Girolamo quondam Paolo detto Roberti; il mulino da grano di Gnesotto Giovanni, Maria,Camillo,
fratelli, quondam Pellegrino.
1875. Nuovo proprietario di tutto il complesso è Segafredo Gaspare. La cartiera è trasformata in
“edificio per conciapelli”.
1878. Tre fabbricati sono trasformati in edifici per conciapelli, viene costruito un nuovo edificio,
non esistono più i mulini che sono trasformati in frantoio per olio e in sega da legnami con tettoia,
case e annessi.
1910. l’immobile è di proprietà del Banco di S.Bassiano (dal 1913 Banca cattolica Vicentina).
1916. Nuovi proprietari sono: Azzolin Cavaliere Ernesto fu Giovanni per 3/5, Lazzarotto Daniele
per 1/5, Baggio Riccardo per 1/5.
1917-1919. Il paese viene evacuato perchè zona di guerra; il complesso viene adibito ad ospedale
militare.
1921. La proprietà passa alla famiglia Finco .
1935. Unico proprietario è Finco Dott. Antonio che dà inizio alla costruzione di un nuovo
edificio.
1962. Cessa ogni attività industriale con la successiva vendita degli edifici e dei terreni.
Il complesso di edifici come si presenta ora è il risultato di costruzioni, trasformazioni, cambiamenti
d’uso, che si sono stratificati lungo i secoli dal 1300 (e forse prima) fino ai nostri giorni.