Bloccati ormai da giorni, i profughi protestano da mattina a sera alla stazione di Budapest, diventata una prigione dalla quale non si esce, senza aver rilasciato le proprie impronte digitali. Questa, per il momento, la decisione del governo ungherese. I migranti hanno protestato, occupando anche la strada antistante la stazione nel pomeriggio. Respinti dalla polizia, si sono seduti, in silenzio, davanti alla facciata dell’edificio, con i loro biglietti già acquistati tra le mani. Le porte restano chiuse a chi ha nel cuore la speranza di partire. DI Oriana Boselli e Giampiero de Luca
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