Intervista al prof. Giancarlo Comi, Primario di Neurologia, Neurofisiologia clinica e Neuroriabilitazione e Direttore dell’Istituto di Neurologia Sperimentale (INSpe) dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.
«Alcuni effetti positivi dei trattamenti immunomodulanti e immunosoppressivi nella progressione della disabilità sono in parte probabilmente spiegati dalla loro abilità di ridurre l’attività infiammatoria residua nella fase iniziale progressiva della malattia – spiega il prof. Comi – le future terapie della SMRR puntano a sopprimere le attività infiammatorie a livello periferico in maniera più selettiva, anche rafforzando l’autotolleranza, mentre nella SM progressiva la priorità è di puntare alle disfunzioni immunitarie compartimentalizzate e ai meccanismi complessi patofisiologici che contribuiscono ai processi neurodegenerativi. Un terzo approccio comune a entrambe le SM, recidivante remittente e progressiva, è di rafforzare il recupero». Una novità rilevante riguarda proprio la forma primariamente progressiva.
In Italia ogni anno si registrano 3.400 nuovi casi di sclerosi multipla (SM), vale a dire 8 nuove diagnosi al giorno: una ogni 3 ore. Oltre la metà dei pazienti ha meno di 40 anni, circa due terzi le donne. La SM è considerata la principale causa di disabilità di origine non traumatica in età giovanile e adulta, con un forte impatto sociale.
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VIDEO OCRELIZUMAB: FARMACO DI ATTACCO SCLEROSI MULTIPLA-COMI
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