Intervista ad Americo Cicchetti, Ordinario di Organizzazione Aziendale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Direttore di ALTEMS.
Più di 5 mila diagnosi nell’ultimo anno solo in Italia, pari al 3% dei tumori femminili. Il tumore ovarico è un “killer silenzioso” responsabile ogni anno della morte di oltre 140 mila donne in tutto il mondo, oltre 3 mila solo in Italia.
Ad aumentare il rischio di sviluppare un tumore ovarico interviene anche il DNA: il 15-25% dei carcinomi delle ovaie, infatti, deriva dalla mutazione del gene BRCA – il cosiddetto “gene Jolie” – che può fare aumentare la probabilità di sviluppare un tumore fino al 46%, rispetto all’1,8% della popolazione generale.
L’obiettivo dello studio farmaco-economico sviluppato da ALTEMS è confrontare una strategia di test verso una strategia di no test delle familiari delle pazienti con patologia tumorale dell’ovaio che sono risultate positive alla mutazione dei geni BRCA. Lo studio dimostra che l’estensione di tali test diagnostici sia un investimento sostenibile e conveniente per il Sistema Sanitario Nazionale sia dal punto di vista della produzione di salute aggiuntiva, sia per quanto riguarda il controllo dei costi.
Infatti, ipotizzando una soglia di pagamento pari a 40 mila euro per un anno di vita guadagnato (QALY), l’analisi mostra che l’estensione del test sia costo-efficace nel 97% delle simulazioni effettuate comparata ad una strategia di no test.
http://www.salutedomani.com/article/la_lotta_al_tumore_ovarico_passa_dal_diritto_al_test_genetico_brca_al_via_tre_progetti_nazionali_22454